Rossella Spinosa

"C’è sempre uno studio approfondito dietro ogni sua composizione e ciò lo si denota dalla accurata, profonda e deduttiva analisi del girato, della sua narrazione, del suo tempo agiografico di appartenenza e del periodo musicale in cui ha vissuto il racconto, così da ideare il pentagramma teoricamente più in linea al genere, anche se con un piglio contemporaneo che non è mai un azzardo, anzi un’idea realizzativa molto affascinante"
"Un incredibile, bizzarro, famosissimo Viaggio sulla luna che prende le ali della musica suonata dal vivo dalla compositrice Rossella Spinosa, in una preziosa sinergia che mette insieme immagini e suoni prestando la voce ai protagonisti del muto; una voce che non abbisogna di parole per farsi sentire e capire, perché passa da canali diversi e meno “mediati” rispetto al linguaggio della parola. Una musica che diventa potenza e dialogo nel secondo film in visione, “Cenere”, dove una Duse ormai sessantenne diventa un’iconica madre arcaica, in un dramma pastorale che al di là del narrato offre, forse addirittura suo malgrado, uno spaccato reale della realtà italiana dell’epoca (...) un lavoro incredibile che produce qualcosa che si può definire, in piena coscienza di scienza, filosofia e cinema, “magia” (...) Toni espressionistici, una cappa cupa di dolore, un finale che sfuma nelle didascalie che ripetono la parola “cenere“. La musica di Spinosa si trasforma, diventa l’eco del vuoto, una sorta di coro spettrale, un suono d’angoscia. Un finale negatore di speranza che stravolge ogni possibilità di quel riscatto, che, pur nella grandissima drammaticità, si trova nel romanzo"
Rossella Spinosa, compositrice da record: “La musica resuscita il cinema muto" IL FOGLIO - Quotidiano
"La scrittura della Corazzata Potiomkin e' un' interpretazione fresca appassionata, travolgente, con citazioni caikovskiane, corali ortodossi, che ha sconvolto ed entusiasmato il raffinato pubblico pietroburghese, sempre interessato, sensibile e preparato a nuove tematiche culturali"
San Pietroburgo
2021
Fascino puro. Vedere riapparire sul grande schermo “La mirabile visione” con le immagini - rese vivide e reali dal restauro meticoloso curato, e efficacissimo effettuato sulla pellicola del 1921 - lascia di per sé emozionati nel sentirsi proiettati in modo così realistico al tempo di un secolo fa (omissis...) La scelta di Spinosa è tanto radicale quanto coraggiosa ed efficace: mettere a disposizione un materiale sonoro frutto della creatività esperta e appassionata di una compositrice del terzo millennio a completamento di opere grandiose degli ancor primi primi ma ormai solidi passi della settima arte. In tal senso la musica di Rossella, che non si sottrae ad essere protagonista in prima persona delle proprie composizioni anche quando questo significa porsi al pianoforte dal vivo anche per oltre due ore e mezzo di esecuzione ininterrotta, passa per un genere espressivo personalissimo (omissis...). Spinosa si tiene bene lontana da un descrittivismo che nulla direbbe ad un'operazione culturale importante come quella da lei compiuta: il suo viaggio sonoro si dipana su tappeti di ostinati ritmo-melodici e agogiche tanto efficaci quanto puntuali da cui affiorano scelte melodiche spontanee che si legano altrettanto naturalmente al progredire di ciò che avviene sullo schermo (omissis...). Come se la magia di un fatto d'arte e comunicazione che di suo fluisce nel tempo riuscisse ad annullare le barriere del tempo stesse. Fascino puro."
Stefano Lamon
2021
Il Golem. Come venne al mondo (1920). Alcuni dei momenti “chiave” del film sono particolarmente valorizzati dalla partitura musicale (omissis...)...il commento sonoro non si perde in romanticismi smielati, ma crea tensioni armoniche...Il film oltre a rappresentare un titolo irrinunciabile della storia cinematografica, è anche un punto di riferimento per ciò che riguarda l’importanza della musica alleata dell’immagine, poiché la carica psicologica e spettacolare della pellicola si arricchisce di un “quid” propulsivo e di grande impatto emozionale.
Music Voice
2020
"Non un banale tappeto sonoro. Così "Champagne" trova la voce. Ebbene, la musica di Rossella Spinosa, con il suo ritmo incalzante, il colore degli ottoni, la sua presenza quasi pressante, esalta proprio questa tensione che attraversa l'intero film, contribuendo a mantenerla evidente...La musica della Spinosa non è un banale tappeto sonoro sul quale si svolge l'azione, è musica che interviene, che suggerisce, che indaga i personaggi, che contende attenzione al regista; musica che alla sincronia con le immagini sostituisce una sorta di diacronia che aggiunge immagini sonore a quelle visive e arricchisce il messaggio."
La Provincia
2017
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